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ASC, Archivio Urbano, Sez. XXXI, vol. 87
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26 dicembre 1827. Esibizione ed apertura del testamento del matematico e astronomo abate Giuseppe Calandrelli deceduto il 24 dicembre. Notaio Mario Damiani

L’esibizione delle carte contenenti le ultime volontà dello scienziato avviene nell’ufficio di Mario Damiani, notaio del Collegio dei notai capitolini, in piazza Pasquino n. 77. E’ effettuata dal nipote ed erede Ignazio Calandrelli e dall’esecutore testamentario, l’amico e collega abate Andrea Conti. Secondo la volontà del defunto, la sepoltura sarebbe stata effettuata nella chiesa di S. Apollinare (dove Giuseppe Calandrelli aveva vissuto appartato gli ultimi anni della sua vita). Con questo testamento Calandrelli intendeva soprattutto modificare le sue precedenti volontà testamentarie. Il precedente testamento risaliva infatti al 1814, quando egli era impegnato nel Collegio Romano come professore e direttore della specola. Mandato via in seguito alla ricostituzione della Compagnia di Gesù, Calandrelli non volle più essere sepolto in S. Ignazio. Dispose inoltre, riguardo ai suoi libri e strumenti, che i suoi eredi si impegnassero a non portarli fuori da Roma e che li lasciassero a loro volta alla nuova specola del Campidoglio che “come si dice venga a formarsi”.