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"Regolamento degli studi da osservarsi in Roma, e in tutto lo Stato Ecclesiastico in virtù della bolla di Nostro Signore Leone Papa XII dei 28 agosto 1824 che incomincia: Quod Divina Sapientia etc." Roma, Stamp. Rev. Camera Apostolica, 1824. Titolo XXI “Delle Matricole di libero esercizio di Medicina e Chirurgia”. Titolo XXII “Della Matricola di libero esercizio in Farmacia”. ASC, Camera Capitolina, Cred. XVIII, t. 85.

Con la costituzione “Quod Divina Sapientia” Leone XII riformò il sistema scolastico dello Stato Pontificio. Nell’ordinamento degli studi universitari fu dato maggiore rilievo all’istruzione scientifica. Presso l’Archiginnasio Romano  erano attivati cinque indirizzi di studio: Teologia, Giurisprudenza, Medicina, Chirurgia, Filosofia: quest’ultimo con corsi di scienze matematiche e fisiche, di meccanica, idraulica, ottica e astronomia. Nel nuovo ordinamento di papa Della Genga sono ribadite le  norme – introdotte già da Clemente X (1670 – 1676) - sull’iscrizione alla “matricola” per il libero esercizio della professione medica. I medici e i chirurghi –  i due corsi erano distinti, il primo di durata quadriennale, il secondo triennale -  dopo il conseguimento della laurea dovevano compiere un corso biennale presso la scuola di clinica medica (nell’Ospedale di S. Spirito) o di clinica chirurgica (nell’Ospedale di S. Giacomo degli Incurabili) quindi  sottoporsi all’esame  “di abilitazione” presso il “Collegio Medico Chirurgico”. Il corso di laurea in farmacia aveva invece durata biennale. Al termine del biennio, per l’esercizio della professione si sosteneva un esame con esperimenti pratici davanti al Collegio Medico e al Collegio dei Farmacisti.