1.        2.

3.        4.

5.

 

Leggi e regolamenti dell’Accademia Tiberina. Roma, presso Lino Contedini, 1826. ASC, Biblioteca Romana: 25669[2].

Sorta nel 1813, l’Accademia Tiberina per statuto si prefiggeva lo studio dell’agricoltura, delle arti e del commercio: il circolo si proponeva in particolare di “formare uno spirito pubblico atto a produrre un miglioramento nell’agricoltura nel deserto Agro Romano”. Si affacciano dunque nella discussione accademica i temi sociali ed economico-politici della cultura liberale dell’Ottocento, circa l’uso della scienza e dell’avanzamento tecnologico per il miglioramento delle condizioni di vita delle popolazioni. Nell’”Albo degli Accademici” fra i soci spicca Giuseppe Gioacchino Belli, maggiore poeta in vernacolo romanesco dell’Ottocento, “fondatore” dell’Accademia. Fra gli altri soci “residenti” - oltre all’abate Antonio Coppi, storiografo dell’Accademia - c’è monsignor Nicolai, che ha legato il proprio nome all’importante studio sulla campagna e l’agricoltura romana, pubblicato nel 1803 col titolo “Memorie, leggi ed osservazioni sulle campagne e sull’annona di Roma”. Della componente “borghese” del circolo accademico fa parte l’avvocato Pietro Sterbini, che prenderà parte attiva, con un ruolo politico di primo piano, alle rivoluzionarie vicende della Repubblica romana del 1849.