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ASC, Biblioteca Romana: 15327[1]
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“Capitolium”, anno XI, aprile 1935. “Come funziona l’autobus a legna”

La carenza di materie prime, in particolare la scarsa disponibilità dei derivati del petrolio, nafta e benzina, portano il regime a sperimentare altre strade per il propellente, strade “autarchiche”. Così l’A.T.A.G. intraprende la produzione di una miscela propria, il carburante “Roma” adottato largamente al posto della benzina nelle vetture con motore a scoppio. Nel 1934 l’azienda applica un gassogeno a legna tipo “Imbert” – il cui funzionamento ci viene illustrato su “Capitolium”, la rivista ufficiale del Governatorato di Roma, dal direttore dell’A.T.A.G. Vittorio Immirzi - ad una vettura in servizio di linea. Quindi sono trasformate con gassogeni numerose vetture a benzina, altre ne sono acquistate già modificate. L’autobus a gassogeno, o come lo chiamano familiarmente i romani “a carbonella” con 135 chili di legna riesce a percorrere circa 100 chilometri ed è costruito dalla Fiat e dall’Alfa Romeo. Nel 1939, alla vigilia della guerra, del parco automezzi faranno parte 110 vetture alimentate con gassogeno a legna, con una percorrenza giornaliera di 12400 Km.