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ASC, Biblioteca Romana:15327[32]
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“Capitolium”, anno XLVII, febbraio-marzo 1972. “Metropolitana difficile”


Nel percorso di 15 chilometri della linea metropolitana attivata il 16 febbraio 1980 da Ottaviano a Cinecittà, tre sono gli snodi che qualificano la progettazione: i due complessi sotterranei di piazza dei Cinquecento e di piazza di Spagna e l’attraversamento sul fiume fra i lungotevere Arnaldo da Brescia e Michelangelo. Solo dal 1969 la gestione dei lavori è “decentrata” dal Ministero dei Trasporti all’amministrazione locale: solo ora infatti è abrogata la normativa del “Governatorato” fascista che, esautorando il municipio, attribuisce la competenza della costruzione della grande opera allo Stato. A caratterizzare il lungo iter costruttivo della metro A – circa un ventennio - sono però soprattutto le controversie legate alla scelta del percorso e alla tecnica di scavo. Dopo l’inizio dei lavori, il 12 marzo 1964 partendo dall’Osteria del Curato lungo la via Tuscolana, con la tradizionale tecnica dello “scavo a cielo aperto”, i disagi alla viabilità e le accese proteste dei residenti e dei commercianti provocano la chiusura dei cantieri per tre anni e mezzo. I lavori riprendono nel gennaio del 1969, quando la società appaltatrice è finalmente in grado di approntare i mezzi tecnici, gli “scudi rotanti” per lo scavo in galleria, a maggiore profondità. Dunque nel tratto (da largo dei Colli Albani al Flaminio) ove lo scavo si realizza con la “talpa”, alla galleria a doppio binario si sostituiscono due gallerie affiancate “a semplice binario”, così come illustrato nel disegno tecnico che correda questo articolo apparso su “Capitolium” tre anni dopo la ripresa dei lavori.