Le farmacie storiche romane

L’arredamento delle farmacie rimase quasi invariato nei secoli. Era costituito da alti scaffali per la conservazione di bocce e vasi contenenti medicinali, ma anche essenze profumate e vari ingredienti, anche strani. Le pareti erano ricoperte di pannelli di legno con nicchie per collocarvi statue - in genere di Esculapio o Igea, l’uno nume tutelare della medicina, l’altra dea della salute - e affreschi allegorici. La stanza era dominata dal grande banco di legno massiccio. Sul retro vi era sempre un’altra stanza per stufe, caldaie, vasi e altri strumenti necessari per le preparazioni. Durante il Rinascimento gli arredi si arricchiscono dal punto di vista artistico e cresce notevolmente il numero di medicinali da preparare e conservare. I vasi si fanno più piccoli e, nel ‘600, più sobri: vengono contrassegnati con etichette indicanti il nome del medicinale contenuto.
Per quanto riguarda le farmacie romane, i primi documenti risalgono all’epoca medievale, quando si trovava una spezieria in ogni grande monastero; le prime furono benedettine e francescane. Delle benedettine abbiamo poche notizie, mentre una ricca documentazione ci informa sulla più famosa, la spezieria francescana dell’Aracoeli. Purtroppo non ne è rimasta alcuna testimonianza, perché il convento fu fatto completamente ricostruire da Paolo III. Altrettanto famosa e documentata la farmacia del Collegio Romano, dei Gesuiti, rimasta intatta fino al 1870 quando fu abbattuta. Si trovava nel palazzo del Collegio Romano, fatto costruire da Gregorio XIII nel 1582, in un primo tempo collocata dove ora c’è la chiesa di S. Ignazio. Spostata nel cortile nel 1625, occupava tre stanze, piene di grandi armadi intarsiati per conservare i vasi; vi erano poi bilance di precisione, un orto botanico ed un laboratorio.
Al 1700 risale invece la farmacia di S. Maria della Scala, ancora oggi esistente nel rione di Trastevere e al servizio dei romani. Eretta nel convento annesso alla chiesa occupata in Trastevere dai padri Carmelitani nel 1597, aveva annessa una scuola di farmacologia che meritò la fiducia dei pontefici, che ne utilizzavano i prodotti con buoni risultati. Di grande suggestione è l’arredo, rimasto intatto dal ‘700, in particolare il mobile a vetri nel fondo – con i piccoli bracci dorati che portano fisse le urnette di cristallo incise - costruito appositamente per i medicinali. Nel retrobottega altrettanto interesse destano i grandi armadi chiari, anch’essi tutti settecenteschi, con la pittura a fiori minuti: all’interno degli sportelli i frati nel corso degli anni dipinsero le effigi dei diversi personaggi che si interessarono della farmacia.
Ma nei rioni storici di Roma c’è anche una importante tradizione di farmacie private. Fra queste ricordiamo la Farmacia Langeli, oggi situata su Corso Vittorio Emanuele al n. 176, quasi di fronte a Piazza Navona e all’angolo di Piazza della Cancelleria. La sua storia data dal XIV secolo, quando iniziò la sua attività in piazza S. Pantaleo. A metà del 1800 alla spezieria venne riconosciuto il titolo di “Pontificia Farmacia Langeli” con il privilegio di preparare gli unguenti necessari alla imbalsamazione della salma del pontefice e il balsamo profumato per la “Rosa d’Oro”, che era l’omaggio inviato dal papa a imperatrici e regine. Con le demolizioni effettuate alla fine dell’800 nel cuore del rione del Rinascimento, per l’apertura di Corso Vittorio, la farmacia fu trasferita nell’attuale sede.
Altra sede storica è quella dell’Antica Farmacia Reale in via del Gambero: il 25 febbraio 1998 un’ordinanza del Sindaco di Roma l’ha posta a “vincolo”, attribuendole l’attestato di “Farmacia Storica”. Possiede un archivio che risale al 1672 con l’inventario dei medicinali, dei stigli e delle dotazioni dell’antica “Aphoteca ad usum samplicitarie”. In un altro inventario del 1679 la dizione si evolve in “aphoteca ad usum Farmacofale”. I numerosi inventari delle varie epoche costituiscono la documentazione dell’evoluzione delle terapie e delle scienze farmaceutiche nel tempo e ci danno la possibilità di conoscere i farmaci a disposizione dei nostri antenati per la cura delle malattie.


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ASC, Collezione Bandi

Bando 5 luglio 1659 del Governatore di Roma e Vicecamerlengo a regolamentazionedella fabbricazione e smercio di veleni da parte di medici, speziali, chirurghi, barbieri, professori di chimica e altri.