IL MESSAGGERO


FONDATO DA LUIGI CESANA NEL 1878 COSTITUISCE UN ELEMENTO DI NOVITÀ NEL PANORAMA DELLA STAMPA ROMANA DI FINE ‘800, PORTAVOCE DI CORRENTI POLITICHE ED INTERESSI LIMITATI AI CETI DIRIGENTI, SENZA PRESA SU UN PIÙ VASTO PUBBLICO DI LETTORI. IL MESSAGGERO SI RIVOLGE INVECE A TUTTE LE CATEGORIE SOCIALI, COMPRESO IL CETO OPERAIO, ATTRATTO ANCHE DA UN LINGUAGGIO PIÙ DIRETTO E DA UNO STILE GIORNALISTICO “POPOLARE” CHE DA MAGGIORE SPAZIO AI FATTI DI CRONACA, SVILUPPA IL NOTIZIARIO CITTADINO E LA RUBRICA DEGLI ANNUNCI ECONOMICI. IL GIORNALE NON SI VUOLE LEGARE A NESSUN PARTIO POLITICO MA SI ATTIENE AD UN GENERICO PROGRAMMA DI IDEALI UMANITARI ENUNCIATI FIN DALL’INIZIO IN FORMA CONCISA: “PACE, ORDINE, LAVORO, BUON SENSO”. IMPOSTATO SU BASI LIBERALI SI MOSTRA APERTO AGLI INTERESSI DELLE CLASSI LAVORATRICI, DI CUI INTERPRETA TENDENZE ED ASPIRAZIONI, FACENDOSI PALADINO DELLE RAGIONI DEGLI UMILI CONTRO I CAPITALISTI, GLI ARISTOCRATICI E GLI UOMINI DI GOVERNO, DENUNCIANDO ABUSI E SOPRUSI DEI POTENTI CON ACCENTI LAICI E ANTICLERICALI. ENTRA NEL XX SECOLO CON LA FAMA DI ESSERE IL QUOTIDIANO PIÙ LETTO DAI ROMANI E GODE DI UN INCONTRASTATO FAVORE POPOLARE. ALLO SCOPPIO DELLA GUERRA SI DICHIARA SUBITO FAVOREVOLE ALL’ENTRATA NEL CONFLITTO, AFFERMANDO CHE L’ITALIA HA VALORI POLITICI E MORALI DA TUTELARE, TERRITORI DA RISCATTARE, ZONE D’INFLUENZA DA DIFENDERE E LASCIA INTENDERE QUALE SIA LO SCHIERAMENTO CHE NON VORREBBE: QUELLO CON GLI IMPERI CENTRALI. ACCOGLIE DUNQUE CON ENTUSIASMO L’ENTRATA IN GUERRA ACCANTO ALLA FRANCIA E ALL’INGHILTERRÀ ED ANCHE NELLE FASI PIÙ DIFFICILI DEL LUNGO CONFLITTO CONTINUERÀ A PROPUGNARE OTTIMISMO, IMPEGNO ALLA RESISTENZA E SPIRITO ANTIDISFATTISTA.

Bollettini di guerra dal fronte occidentale
Quando l’Austria il 28 luglio 1914 dichiara guerra alla Serbia, si illude forse di poter risolvere da sola il conflitto in una guerra localizzata. Invece nel giro di pochi giorni scatta inesorabile il sistema delle alleanze e l’intera Europa è trascinata nella guerra. L’azione tedesca contro la Francia è rapidissima. Il piano d’attacco predisposto nel 1905 dal generale Alfred von Schlieffen prevede l’invasione del territorio francese attraverso il Belgio, paese neutrale, per aggirare la linea fortificata francese sul confine orientale. Il vantaggio di avere un esercito poderoso già organizzato e piani di attacco studiati da tempo danno alla Germania la sicurezza nella vittoria e la convinzione che il conflitto sarà breve. Questa prima fase di “guerra di movimento” presenta però ostacoli imprevisti per i tedeschi. I belgi resistono in qualche modo all’invasione, facendo saltare le linee ferroviarie e tagliando così le vie di rifornimento agli occupanti. I francesi tentano di attaccare la Germania nelle Ardenne e in Lorena subendo la tragica sconfitta di Verdun. I tedeschi superata la frontiera franco-belga si spingono fino alle rive della Marna, puntando su Parigi distante ormai solo 40 chilometri. Ma tra il 6 e il 12 settembre la difesa e la controffensiva francese condotta con l’aiuto delle truppe inglesi costringono i tedeschi ad arretrare ed attestarsi sull’Aisne. La successiva battaglia di Ypres (ottobre-novembre 1914) si esaurisce in una serie di scontri senza progressi. Da questo momento come registrano i bollettini di guerra pubblicati giornalmente sulla stampa quotidiana, su un arco che da Verdun va fino ad Ostenda la “guerra di posizione” ristagnerà logorante ed estenuante nelle trincee.

Le chant du départ (la victoire ou la mort) (trad.arr.Chomel) es. Banda del Corpo dei Vigili Urbani di Parigi, Dir. D. Dondeyne - 33g BARCLAY BL 9029 (1966ca) – ICBSA 1L 15536