L’ECONOMISTA D’ITALIA


SETTIMANALE DI FINANZA, INDUSTRIA, COMMERCIO, AGRICOLTURA E POLITICA FONDATO A FIRENZE NEL 1869, DALL’8 OTTOBRE 1871 SEGUE LO SPOSTAMENTO DELLA CAPITALE A ROMA. È FAVOREVOLE AL PROTEZIONISMO DOGANALE E ALL’ESPANSIONE COLONIALE DELL’ITALIA DI FINE SECOLO, CON APERTURE POI ANCHE ALLE RIFORME GIOLITTANE NEL CAMPO DELLA LEGISLAZIONE SOCIALE. NELLA VESTE DI QUOTIDIANO DAL 1910 CONTINUERÀ AD INDICARE L’ABBATTIMENTO DEL FORTE DEBITO CON L’ESTERO E LO SVILUPPO DELLA PRODUZIONE E DEL MERCATO INTERNO COME PRINCIPALI OBIETTIVI DELLA POLITICA ECONOMICA DELLO STATO LIBERALE. QUANDO SCOPPIA LA GUERRA EUROPEA APPROVA LA ‘CORAGGIOSA’ DECISIONE NEUTRALISTA DEL GOVERNO SALANDRA PUR SOTTOLINEANDO L’UTILITÀ DELLA TRIPLICE ALLEANZA, CHE DA TRENT’ANNI DANDO SICUREZZA ALLE TRE POTENZE CHE NE FANNO PARTE E MANTENENDO LA PACE IN EUROPA HA RESO POSSIBILE LO SVILUPPO DELL’ECONOMIA NAZIONALE ITALIANA. QUANDO L’ITALIA ENTRA IN GUERRA ESORTA TUTTE LE CLASSI DELLA PRODUZIONE AD AFFRONTARE LO SFORZO BELLICO CON SERENITÀ E CALMA ORGANIZZATIVA. A PARTIRE DAL ’17 IL GIORNALE DISCUTE SUI NUOVI TEMI DI POLITICA ECONOMICA E SOCIALE CHE LA CRESCITA DELL’ECONIMA DI GUERRA E SOPRATTUTTO LE VICENDE DELLA RIVOLUZIONE RUSSA VANNO PONENDO ALL’ORDINE DEL GIORNO, IN PARTICOLARE SULLA RIFORMA AGRARIA E IL RAFFORZAMENTO DELL’INTERVENTO PUBBLICO E DELLE STRUTTURE DELLO STATO CHE SI PROSPETTANO PER IL DOPOGUERRA.

Stato e dopoguerra: nuove aspettative di riforme sociali
La Strafexpedition – l’offensiva che gli austriaci hanno lanciato dal Trentino verso la pianura veneta nel giugno 1916 per spezzare in due lo schieramento nemico – ha colto di sorpresa gli italiani, che tuttavia sono riusciti faticosamente ad arrestarla sugli altipiani di Asiago e a contrattaccare. Il contraccolpo psicologico fortissimo nel paese, ha spinto alle dimissioni il governo Salandra, sostituito dal governo di Paolo Boselli di coalizione nazionale, comprendente tutte le forze politiche esclusi i socialisti. Nulla è cambiato nella conduzione della guerra: nel corso del ’16 sono state combattute altre cinque battaglie dell’Isonzo, tutte molto sanguinose e prive di risultati tangibili, salvo la presa di Gorizia, di cui i giornali esaltano soprattutto il valore morale, nell’agosto. Ma si rafforza da parte dei poteri pubblici un’attività di dirigismo economico e di controllo della società civile mai sperimentati nello Stato liberale. La vicenda della rivoluzione russa nel ‘17 chiede anche alla nostra classe dirigente liberale di confrontarsi con la questione di un nuovo ordine di giustizia e democrazia che profondi strati sociali attendono dall’azione dello Stato nel dopoguerra. Caporetto impone una svolta ideologica: dall’inizio del ’18 l’opera sistematica di propaganda avviata dal nuovo governo di coalizione nazionale presieduto dal giolittiano Vittorio Emanuele Orlando fra le truppe, con la diffusione dei ‘giornali di trincea’ e la creazione di un Servizio P (Propaganda) che si affida soprattutto all’opera degli ufficiali inferiori e alla collaborazione di molti intellettuali di prestigio, prospetta ai combattenti i vantaggi materiali di cui il paese e i singoli cittadini potranno godere in caso di vittoria. La belligeranza è presentata in una nuova cornice ideologica, come lotta per un più giusto ordine interno e internazionale. L’idea della ‘guerra democratica’, già prospettata dagli interventisti di sinistra, deve coinvolgere soprattutto le migliaia di soldati-contadini che formano il nerbo dell’esercito italiano: la parola d’ordine che circola al fronte è “la terra ai contadini”, la promessa dello Stato per il dopoguerra è la riforma agraria.

Inno dei lavoratori (F.Turati-arr.Mattei) es. Corale Verdi - 78g FONOLA, 4423-24 (1948ca) – ICBSA doc.digit. n.49542