IL TEMPO


APPARSO IN EDICOLA IL 12 DICEMBRE 1917 ABBRACCIA UNA LINEA DI FEDELTÀ ALLA CORRENTE LIBERALE GIOLITTIANA, CHE MANTERRÀ FINO ALLA FINE DELLE PUBBLICAZIONI: L’ULTIMO NUMERO USCIRÀ IL 30 LUGLIO 1922. L’INIZIO DEL GIORNALE COINCIDE CON UN MOMENTO CRUCIALE PER IL PAESE, QUANDO LA GRANDE OFFENSIVA DI CAPORETTO SFERRATA DALL’AUSTRIA, AFFIANCATA DA FORTI CONTINGENTI DI TRUPPE E DI MEZZI GERMANICI, È STATA DA POCHI GIORNI ARGINATA MA GRAVA ANCORA NELL’ARIA LA GRANDE EMOZIONE DELLO SFONDAMENTO DEL FRONTE. IL TEMPO ESORDISCE DUNQUE BIASIMANDO COLORO CHE SPENDONO VANE PAROLE IN POLEMICHE, MENTRE TUTTI GLI ITALIANI TREPIDANO E UNA PARTE DEL TERRITORIO NAZIONALE È IN MANO AL NEMICO. LA GUERRA È AL CENTRO DELL’INTERESSE POLITICO DEL GIORNALE CHE NE ARGOMENTA PERÒ CON MISURA, SU UNA LINEA DI MODERAZIONE COMPROVATA ANCHE DAI POCHISSIMI TAGLI INFLITTI DALLA CENSURA. NEL DOPOGUERRA SEGUE CON ATTENZIONE TUTTI I FATTI POLITICI, INTERPRETANDO I PIÙ SALIENTI. COSÌ NEL GENNAIO ’19 PRONOSTICANDOGLI UNA VITA “IRTA DI OSTACOLI E DI DIFFICOLTÀ” FA LA CRONACA DELLA NASCITA DEL PARTITO POPOLARE. LA MARCIA DI RONCHI E L’OCCUPAZIONE DI FIUME DA PARTE DI GABRIELE D’ANNUNZIO ALLA TESTA DI ARDITI, REDUCI E SQUADRISTI È BOLLATA COME UN’INAMMISSIBILE RIBELLIONE ALL’AUTORITÀ DELLO STATO. QUANDO GIOLITTI È ELETTO PRESIDENTE DEL CONSIGLIO NEL GIUGNO 1920 IL QUOTIDIANO LO APPOGGIA CON LEALTÀ COSTANTE PER ATTUARE “QUELLA POLITICA DI SERIETÀ, DI DIGNITÀ E DI RACCOLTO LAVORO” CHE AVREBBE DOVUTO COSTITUIRE IL PROGRAMMA DEL GOVERNO FIN DALL’ARMISTIZIO.

Il difficile dopoguerra e la questione fiumana
Nelle prime elezioni politiche del dopoguerra nel novembre ‘19 per la prima volta vige il sistema proporzionale con scrutinio di lista, che mette a confronto liste di partito anziché singoli candidati e assicura ai gruppi politici organizzati su base nazionale un numero di seggi proporzionale ai voti ottenuti. L’esito è disastroso per i gruppi della vecchia classe dirigente liberale, che presentatisi divisi alle elezioni perdono la maggioranza assoluta. I nuovi partiti di massa popolari – il socialista e il cattolico Partito Popolare fondato da don Sturzo nel gennaio – hanno il sopravvento in parlamento. I socialisti rifiutano però ogni collaborazione con la “borghesia”: l’unica maggioranza possibile è dunque basata sull’accordo tra popolari e liberal-democratici, formula su cui si fonderanno gli ultimi governi dell’età liberale. Giolitti che, rimasto ai margini della vita politica durante la guerra, è nuovamente chiamato al governo, nei dodici mesi in cui terrà la guida dell’esecutivo darà prova ancora una volta di abilità ed energia. Sul piano interno negando l’intervento della forza pubblica contro le fabbriche occupate, media l’accordo sindacale del 19 settembre 1920, riuscendo a sbloccare il conflitto tra industriali e operai. In politica estera imbocca l’unica strada praticabile per la soluzione della questione adriatica: quella del negoziato diretto con la Jugoslavia. Col trattato firmato il 12 dicembre 1920 a Rapallo e salutato con favore dalla stampa socialista e liberal-democratica, l’Italia conserva tutta l’Istria, la Jugoslavia avrà la Dalmazia, salvo la città italiana di Zara. Fiume - ove nei mesi della “reggenza” dannunziana si è progettata una marcia, non attuata, che avrebbe dovuto concludersi a Roma con la cacciata del governo e sono stati sperimentati per la prima volta formule e rituali collettivi (adunate coreografiche, dialoghi tra il capo e la folla) che saranno ripresi e applicati su ben più larga scala dal regime fascista - è dichiarata città libera e smobilitata il giorno di Natale 1920 dalle truppe regolari.

Il canto degli Arditi (trad.) es. Coro e Orchestra Marcello Valci - 33g PUBLIDISCO ITALIANA, KW 102 (1962ca) – ICBSA 36/3414/12