Roma, 4 novembre 1921: il milite ignoto
Il 4 agosto 1921 il Parlamento vota all’unanimità la legge sulla “sepoltura di un soldato ignoto”: il luogo è individuato nel Vittoriano, sotto l’edicola della Dea Roma, in asse al monumento al Re, al centro dell’”Altare della Patria”. Una commissione apposita è incaricata di cercare le anonime spoglie del “milite” là dove più aspra è stata la battaglia. Il 28 ottobre 1921 fra undici salme senza nome, allineate nella Basilica di Aquileia, la triestina Maria Bergamas madre di un soldato disperso in guerra sceglie quella del “Milite Ignoto” che con un treno onorario guidato da ferrovieri decorati al valore parte verso Roma, dove giunge il 2 novembre. Sarà inumata il 4 novembre, anniversario della vittoria, presso il grande monumento dedicato dall’Italia unita a Vittorio Emanuele II. Durante il viaggio verso Roma, l’arrivo della salma è annunciato in ogni città da voli di aerei, le soste notturne nelle stazioni divengono vere e proprie veglie funebri. L’intero viaggio del “milite ignoto” diviene un unico collettivo funerale nazionale. La bara è costantemente accompagnata da una folla - soprattutto donne, tante madri, mogli e figlie dei caduti della grande guerra - che fa ala al percorso del treno in uno spontaneo tributo di pietà corale e in una impressionante manifestazione di patos collettivo che coinvolge e unisce tutto il paese e che diviene la prima autentica celebrazione dell’identità nazionale degli italiani. Il 4 novembre la salma è trasportata dalla Stazione Termini, con un solenne corteo lungo via Nazionale e tumulata sotto l’”Altare della Patria” alla presenza di re Vittorio Emanuele III. Da ora la grande statua equestre del re, padre fondatore della patria comune degli italiani, diventerà ornamento del piccolo sepolcro dell’umile soldato sconosciuto morto per l’Italia.