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9 – 19 giugno 1857. Esposto della società “Strada ferrata da Roma al Confine Napoletano” al Senatore per intralcio alla circolazione dell’omnibus diretto alla stazione di Porta Maggiore. ASC, Archivio del Comune Pontificio, Titolo 51 “Strade ferrate”, b. 1, f. 6/2.

Alla metà dell’Ottocento, regnante Pio IX, ultimo dei “papa re”, Roma aveva ancora il caratteristico aspetto di città – campagna. Entro il perimetro urbano vi erano fienili, stalle, si coltivavano gli orti e le vigne. Qui siamo a via Labicana, allora praticamente campagna: in giugno si svolgono le operazioni di “reposizione” del fieno, tipiche della stagione agricola estiva. Le barrozze, i grandi carri da trasporto  in uso nella campagna romana ingombrano la strada. Dunque leggiamo: “Nella via Labicana, da che è principiata la reposizione dei fieni, spesso avviene che i nostri omnibus che fanno il servizio per la strada ferrata, si trovino intralciati non poco nella loro corsa tanto dalle lunghe file di carrozze in cammino, quanto dai fieni e barrozze impostati innanzi ai fienili ivi esistenti. Da tutto ciò viene ritardato l'arrivo dei detti omnibus alla stazione, e quindi impedita la precisione indispensabile nell’ora delle partenze dei treni”. All’esposto della società della “Strada ferrata da Roma al Confine Napoletano”  risponde la Magistratura Capitolina con decreto del 19 giugno che dispone la sorveglianza dei gendarmi pontifici lungo la strada (l’amministrazione comunale non aveva allora un proprio corpo di polizia urbana).