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ASC, Archivio Generale – titolo 86 “Azienda delle Tramvie Municipali”, b. 1, fasc. 8

13 gennaio 1917. Volantino del “Sindacato Tramvieri Italiani Sezione Municipale” nell’imminenza dello sciopero indetto per il 17 gennaio

I tramvieri ricordano che dopo l’entrata in servizio delle prime conducenti, presentarono un memoriale al presidente dell’Azienda dei Trasporti Municipale in cui sostenevano “le ragioni morali, fisiologiche, mediche, giuridiche e sociali … in appoggio alla domanda di chiusura della scuola delle donne conducenti”. La vertenza contro l’impiego delle donne nell’A.T.M., culminerà nello sciopero del 17 gennaio 1917, proclamato anche per chiedere l’aumento dei salari, erosi dal caro-viveri. In realtà se la direzione dell’azienda si mostrerà proclive ad accogliere le richieste degli scioperanti, che conducono la loro agitazione soprattutto per avere l’esonero dal richiamo alle armi - “Il Popolo” di Mussolini li attacca violentemente, definendoli “imboscati” - è il sindaco Prospero Colonna, convinto interventista, ad opporsi alle richieste dei tramvieri. Lo sciopero - su cui la Camera del Lavoro di via del Seminario rimasta fedele agli ideali pacifisti del socialismo riformista gioca la sua prima uscita pubblica, dopo la scissione dei sindacalisti interventisti che hanno dato vita ad una nuovo organismo in via della Croce Bianca - acquista una chiara valenza politica. La partecipazione sarà compatta: si asterranno dal lavoro 261 tramvieri. Ma la sconfitta del sindacato è totale: si stabilirà fra l’altro che rimanendo posti per giudatore vuoti dopo il richiamo dal fronte di 70 conducenti destinati a sostituire gli scioperanti licenziati, saranno interamente assegnati alle donne formate nella scuola conducenti A.T.M.