A ROMA CONOSCERE LA STORIA DI ROMA

"I LUOGHI DELLA SCIENZA E DELLA TECNICA"

CENTRI DI RICERCA MUSEI SCIENTIFICI APPLICAZIONI TECNOLOGICHE

Pagina Principale

 

- L’ARCHIGINNASIO ROMANO

LO STUDIO DELLE SCIENZE NELL’UNIVERSITÀ’ PONTIFICIA

 

- Il Comune Antico e il suo Archivio

la Camera Capitolina (Sec. XVI – 1847)

 

- I CIRCOLI SCIENTIFICI A ROMA FRA SETTECENTO E OTTOCENTO

LA RINASCITA DELL’ACCADEMIA DEI LINCEI

 

- Il Notariato e la Documentazione Notarile  dell’Archivio Generale Urbano (Sec. XIV – 1871)

- L’OSSERVATORIO ASTRONOMICO DELL’ARCHIGINNASIO ROMANO IN CAMPIDOGLIO

- L’Archivio Comunale dalle Riforme di Pio IX al Municipio di Roma Capitale (1847 – 1870)

- IL PIANO REGOLATORE DEL 1883

- L’UFFICIO GEOLOGICO NAZIONALE E IL MUSEO AGRARIO GEOLOGICO

- GLI ISTITUTI SCIENTIFICI DI ROMA CAPITALE E LA REGIA ACCADEMIA NAZIONALE DEI LINCEI

- L’Archivio del Comune di Roma dopo il 1870

- GUGLIELMO MARCONI

IL CONSIGLIO NAZIONALE DELLE RICERCHE

 

- Gli archivi gentilizi

Quando il privato diventa pubblico

 

- IL LIBRO SCIENTIFICO

L’ILLUSTRAZIONE SCIENTIFICA E LE TECNICHE GRAFICHE

- La Biblioteca e l’Emeroteca Romana Sezioni dell’Archivio Capitolino

 

GLI ARCHIVI GENTILIZI

QUANDO IL PRIVATO DIVENTA PUBBLICO

 

 

            L’Archivio Storico Capitolino è uno dei pochi archivi comunali che conserva, oltre alla documentazione di competenza istituzionale, anche gli archivi di alcune tra le più importanti famiglie gentilizie romane: Orsini, Cardelli, Capranica, Boccapaduli, Savorgnan di Brazzà, per citare solo i nuclei più importanti. All’interno di questi fondi, a causa di progressivi e complessi intrecci di parentele, si trovano parti, a volte molto consistenti di altri archivi familiari: del Bufalo, del Grillo, Bellarmino, Maccarani, Cenci, Alberici, Ghislieri, ecc.

Questi fondi non costituiscono l’ossatura centrale dell’Archivio Capitolino, che è invece data dai documenti prodotti dalle magistrature civiche e da esse stesse ininterrottamente custoditi; tuttavia la loro importanza per la storia di Roma non è minore. In primo luogo essi costituiscono spesso documenti pubblici non reperibili negli archivi delle Magistrature di provenienza. I membri di queste famiglie agirono nella storia della città come protagonisti ed occuparono i più alti gradi delle gerarchie civili ed ecclesiastiche; la nobiltà rivestiva, infatti, incarichi importanti sia nelle Magistrature capitoline che nella Curia pontificia e la documentazione ufficiale di queste attività, sebbene pubblica, era usualmente conservata dall’interessato nel proprio archivio.

            Queste scritture, già di per sé di estrema importanza, poiché riempiono le lacune degli archivi pubblici, unite ai documenti di carattere privato, ci danno la possibilità di penetrare nelle motivazioni più profonde degli avvenimenti storici. Per un altro aspetto, non meno importante del primo, questi archivi offrono, agli occhi di una storiografia attenta ai mutamenti sociali e culturali, un fedele specchio del vivere quotidiano nei suoi rapporti con le istituzioni, con l’economia, con il pensiero di una società e di un’epoca.

            L’Archivio Capitolino ha provveduto, quando è stato possibile, ad acquistare i patrimoni documentari su cui incombeva la minaccia di dispersione. Da parte loro, molti discendenti di famiglie patrizie hanno donato alla città le scritture dei propri antenati considerandole patrimonio pubblico e ponendole sotto la tutela e la vigilanza delle istituzioni.

 

 

 

Esempio  di    mazzo (faldone) dell'Archivio della famiglia

Boccapaduli

 

 

 

Apografo Maccarani (1599) copia autentica del processo a Beatrice Cenci

Archivio Maccarani

 

 

 

Privilegio della regina Cristina di Svezia che nomina Gaspare Alveri

suo Gentiluomo di

Camera   (1656)

Archivio Cardelli