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"I LUOGHI DELLA SCIENZA E DELLA TECNICA"

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- La Locomotiva e le Strade Ferrate

- LE FERROVIE DI PIO IX

 

- La Lampada Elettrica

- LA DISTRIBUZIONE DELL’ENERGIA ELETTRICA

LA  CENTRALE TERMOELETTRICA MONTEMARTINI

 

- Il Microscopio

- LA PREVENZIONE DELLE MALATTIE INFETTIVE

IL LABORATORIO BATTERIOLOGICO DELL’UFFICIO D’IGIENE

 

- Dalla Ruota Idraulica alla Turbina

- LA DISTRIBUZIONE DELL’ACQUA POTABILE

GLI IMPIANTI DI SOLLEVAMENTO DELL’ACQUA VERGINE

 



 

 

 

 

 

 

LA DISTRIBUZIONE DELL’ACQUA POTABILE

 

 GLI IMPIANTI DI SOLLEVAMENTO DELL’ACQUA VERGINE

 

 

Il rapido sviluppo demografico e urbanistico di Roma italiana dopo il 1870 impegnava l’Amministrazione Comunale a provvedere  alle accresciute necessità di approvvigionamento idrico. Lo sviluppo della rete di distribuzione delle acque potabili era altrettanto urgente. Il problema riguardava tanto i quartieri di nuova costruzione, quanto l’edificato della città storica, ove soprattutto nei degradati rioni popolari le abitazioni erano prive di acqua corrente e servizi igienici.

 

L’antica Acqua Vergine era,  fra gli acquedotti direttamente gestiti dal Comune, quello di maggior portata idrica,  convogliando nella capitale le acque delle sorgenti situate all’ottavo miglio della via Collatina, in località denominata Castel Salone.

 

Oltre al restauro della conduttura per ridurne le dispersioni, si pensò presto ad un maggiore utilizzo dell’Acqua Vergine, attraverso l’operazione tecnica detta “sollevamento”. Del progetto per la pressurizzazione e la distribuzione dell’Acqua Vergine nella “città bassa”  si iniziò la realizzazione nel 1898.

 

Presso Porta S. Pancrazio fin dal 1885 era stata sistemata una turbina  a fianco  dell’Acquedotto  Paolo,  per  l’innalzamento di 15  oncie d’acqua occorrenti alla nuova passeggiata del Gianicolo. Per la produzione dell’energia  necessaria al funzionamento degli impianti di sollevamento dell’Acqua Vergine, si previde l’utilizzo di due officine: quella in via di Porta S. Pancrazio n. 33 - ove si pensava di produrre energia elettrica con l’utilizzo di turbine idrauliche e lo sfruttamento delle acque di ricasco della mostra dell’Acqua Paola, utilizzate anche dalle mole di alcuni stabilimenti industriali sul Gianicolo -  e quella allestita nell’area dell’antico campo boario fuori porta del Popolo (attuale via Luisa di Savoia). In quest’ultima due turbine a vapore di tipo Girard sarebbero state azionate dall’energia termica prodotta da due caldaie alimentate a carbone.

 

     Nel 1902 fu predisposto il capitolato per la realizzazione delle condutture per la distribuzione dell’Acqua Vergine in pressione. L’appalto comprendeva l’impianto e la manutenzione delle condutture, con esclusione della divisione e distribuzione dell’acqua nelle proprietà private: gli allacci, erano a carico degli utenti.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

1) 1901. Officina generatrice di energia elettrica...

 

 

2) 1905 Sorgenti dell’Acqua Vergine nella...

 

 

3) 1900 ca. “Destinazione dell’Acqua Paola...

 

 

4) 1889. Ascensore montacarichi idraulico a...