Pirandello Accademico d'Italia e il "Volontario Esilio": Fascismo, Vinti, Giganti
di Pietro Milone
- Orario
- 16.30-18.30
- Indirizzo
- Piazza dell'Orologio, 4
- Costo
- Ingresso Libero
- Telefono
- 06 6710 8100
Il giorno 5 Aprile alle ore 16.30 presso la Sala Ovale dell’Archivio Storico Capitolino si terrà la presentazione del volume:
Pirandello Accademico d'Italia e il "Volontario Esilio": Fascismo, Vinti, Giganti
di Pietro Milone, Metauro Edizioni, 2017
Un lungo e decisivo periodo della vita artistica di Pirandello, dagli anni del successo mondiale e del Teatro d'Arte sino alla morte, quando, con il rifiuto dei funerali di stato, se ne andò sbattendo la porta (come raccontò Corrado Alvaro) in faccia al regime, pone la controversa e non del tutto chiarita questione dei suoi rapporti con il fascismo. Centrali, in tale periodo e per tale questione, sono gli anni del “volontario esilio” di Pirandello a Berlino e a Parigi, quando lo scrittore, nominato all’Accademia d’Italia, la più prestigiosa istituzione culturale del fascismo, fu in realtà un accademico d’Italia fuori d’Italia e in polemica con il regime, come divenne clamorosamente manifesto con il discorso in Accademia in occasione del cinquantenario dei Malavoglia.
Il volume ricostruisce quegli anni della vita di Pirandello e ne esamina le opere (il Discorso su Verga e I giganti della montagna per primi), nella loro genesi e nel loro contesto, affrontando le questioni critiche e storiografiche connesse: il rapporto Pirandello-Verga e quello con il fascismo e con le vicende, ancora poco indagate, dell’Accademia d’Italia. Il filo biografico del Pirandello accademico, mai prima direttamente utilizzato, traccia il disegno di una tela che, grazie anche a numerosi e inediti documenti d’archivio, presenta un nuovo e più ricco quadro d’insieme della vita e dell’opera dell’Agrigentino.
Il volume offre un nuovo contributo allo studio storico dell’Accademia d’Italia, del rapporto tra gli intellettuali e il regime fascista e della sua politica culturale, con particolare riguardo al teatro, negli anni in cui si costituì la Corporazione dello Spettacolo, e fonde, in una scrittura sospesa tra studio scientifico e narrazione, la biografia di Pirandello a un saggio di critica letteraria e di analisi testuale della sua opera.
Alla presentazione di questi diversi e compositi aspetti del libro e alla discussione critica delle questioni che esso affronta, partecipano tre eminenti studiosi: una storica della cultura fascista assieme a un italianista e a uno storico del teatro che a Pirandello hanno dedicato molti e importanti contributi
Pietro Milone vive a Roma, dove insegna. Ha svolto attività pubblicistica e di ricerca legata per lo più alla letteratura italiana del Novecento. Si occupa di Pirandello da più di trent’anni con saggi, scritti e con edizioni di opere: Uno, nessuno e centomila e L’umorismo (Garzanti) e, di recente, Novelle della grande guerra (Nova Delphi). Tra i suoi libri: L’aspra verità di Muscetta. Militanza e critica tra coraggio e dissimulazione (Edicampus, 2015); Sciascia: memoria e destino. La musica dell’uomo solo tra Debenedetti, Calvino e Pasolini (Sciascia, 2011).
Interventi di:
- Rino Caputo, italianista, direttore della rivista «Pirandelliana» (Università Tor Vergata, Roma)
- Paolo Puppa, storico del teatro, drammaturgo e performer (Università Ca’ Foscari, Venezia)
- Alessandra Tarquini, storica (Università Sapienza, Roma)
Modera:
- Vincenzo Frustaci, direttore della Biblioteca dell'Archivio Storico Capitolino