Elisabetta Mori
Carte scoperte nuova serie. Collana dell’Archivio Storico Capitolino, n. 1
Pubblicazione: Dicembre 2018
L'Archivio Storico Capitolino conserva tra i suoi fondi più importanti quello della famiglia Orsini (XII-XIX sec.). Durante il lavoro di riordinamento sono emerse più di cinquecento lettere scambiate tra Paolo Giordano Orsini I duca di Bracciano (1541-1585) e sua moglie Isabella de' Medici (1542-1576) figlia del Granduca di Toscana Cosimo I. Sono state anche rinvenute lettere spedite a Isabella dai fratelli, Lucrezia duchessa di Ferrara, Ferdinando cardinale, Francesco Granduca, oltre che da uomini e donne tra i più potenti del tempo, Caterina de Medici ed Elisabetta d'Asburgo regine di Francia, Enrico III, Don Giovanni d'Austria, Caterina regina di Polonia, Margherita di Savoia e perfino da gente comune che le chiede protezione. Si tratta di una fonte molto importante non solo perché dimostra la funzione politica di entrambi i duchi di Bracciano nella Firenze e nella Roma del tardo Rinascimento, ma anche la complice intesa che li lega sin da bambini e la profonda attenzione che seppero dedicare agli affetti familiari. Queste lettere sono ancora quasi del tutto inedite, anche se l'autrice ne ha già utilizzato il contenuto per ricostruire le vicende dei due sposi che una lunga tradizione storiografica di matrice antimedicea aveva rivestito di tradimenti e delitti.
AUTORE
Elisabetta Mori
Già archivista presso l'Archivio Storico Capitolino, ha curato l'inventariazione di numerosi archivi familiari. Ha pubblicato il Giornale di viaggio di Giacomo Savorgnan di Brazzà (Olschki 2008), fratello ignorato del famoso esploratore Pietro e, attraverso l'analisi rigorosa delle fonti documentarie, ha ricostruito e rivisitato le vicende di personaggi del Rinascimento italiano che la storiografia tradizionale aveva romanzato e artefatto, come Beatrice Cenci (Beatrice Cenci. La storia, il mito, Viella 1999, con Mario Bevilaqua), Isabella de' Medici (L'onore perduto di Isabella de' Medici, Garzanti 2011) e più recentemente Vittoria Accoramboni
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